Manda a scuola tuo figlio felice e contento.
Le domande con cui mamme e babbi arrivano allo studio Jeditors sono spesso legate all’area scolastica, qualcuna più inerente alla qualità dello studio, altre al comportamento e per taluni la situazione è cosi complessa da includere tutto.
Bambini e ragazzi, bambine e ragazze con una spiccata antipatia alla scuola ci sono da sempre.
Negli ultimi anni la scienza ha scoperto che qualcuno di loro vive in modo più complesso l’apprendimento e lo stare a scuola (con le sue regole) a causa di loro caratteristiche neurobiologiche di funzionamento.
Ecco perchè è importante approfondire quando un bambino vive la scuola con troppa sofferenza.
Non è una equazione perfetta “difficoltà = disturbo” ma è importante fare chiarezza per evitare di sgridare un figlio o una figlia, e poi scoprire dopo anni ( esempio ci siamo incontrati e ti ho convinto a andare a fare una diagnosi) che c’era un disturbo dell’apprendimento e/o del comportamento.
In questo senso il tuo atteggiamento di genitore deve rispecchiare quello di un ricercatore di verità, piuttosto che dispensatore di brontolate.
Immagina come ti sentiresti ad apprendere che c’è un problema di funzionamento nell’apprendere o nel comprendere dopo averlo spronato e magari sgridato per restare concentrato a scuola per anni…
Tu non gli credevi, lo brontolavi e poi invece aveva ragione lui.
I ragazzi che ho incontrato nei miei oltre 20 anni e le loro famiglie che hanno vissuto situazioni simili narrano di un dispiacere e di un enorme senso di colpa: prima i figli perchè si sentivano stupidi e poi i genitori per non aver capito.
E non è stato per nulla semplice ricostruire una rete solida ed efficace proprio per quella sensazione di non-comprensione che c’era stata.
Mi ripeto, ma approfondire è sempre un’ottima via e nel caso tu non sapessi come muoverti, fissando con me una prima consulenza vedrai che ti aiuto ad orientarti al meglio (preparati che ti chiederò di portare un sacco di cose).
Non tutti i bambini e ragazzi, bambine e ragazze comunque hanno oggettive difficoltà misurabili dalla scienza pur sembrando allergici alla scuola.
Anche qui occorre fare pulizia mentale, essere dis-amorato della scuola è diverso da non essere in grado di fare i compiti bene e da solo.
Un figlio o una figlia possono non amare più la scuola per una fatica a relazionarsi con i compagni, con i professori o per i più grandi aver scelto l’indirizzo sbagliato (ecco perchè batto sempre sull’orientamento con i genitori dei figli di 3 media).
Oppure alcune volte non l’apprezzano perchè il genitore manifesta apertamente antipatia verso un insegnante o più, e i figli fidandosi di te scelgono di non affezionarsi ai loro docenti.
Tu non te ne rendi conto, ma sei davvero un faro nella nebbia per la storia di tuo figlio o tua figlia.
Una tua mezza parola ripetuta mille volte nella quotidianità può distruggere una relazione con una maestra/o o professore/ssa. Nel progetto Jeditors (dal free allo specialistico) c’è una parte presente e corposa dedicata alla comunicazione e trasmissione di emozioni e di motivazione, proprio per aiutarti a focalizzare l’origine delle difficoltà.
Senza capire di cosa ha realmente bisogno tuo figlio, non si può procedere.
Lascio a miei colleghi meno bravi lavorare sul sintomo, fare le ripetizioni lo può fare anche una qualsiasi signora del pianerottolo…quello che faccio io con le mamme e con i babbi non lo fa nessuno, Jeditors è un modo di lavorare esclusivo.
Come puoi insegnare a tuo figlio a sentirsi felice e soddisfatto dell’andare a scuola
Dopo questa ampia premessa operativa devi abbandonare l’idea che fare bene i compiti sia stare bene a scuola.
Fare i compiti bene o male è un sintomo di come tu hai trasferito su tuo figlio l’interesse nello stare in gruppo, la curiosità intellettuale, l’entusiasmo di mettersi alla prova, vincere le proprie paure e di come hai affrontato le sue eventuali difficoltà. Questi sono aspetti su cui impegnarti come mamma e babbo nel crescere tuo figlio e/o figlia.
Servono delle pre-abilità che fanno da corredo alle competenze curricolari che insegna la scuola (tenere la penna, scrivere e leggere e far di conto):
- Competenza sociale
- Gestione dei conflitti
- Desiderio di conoscere argomenti e persone nuove
- Auto-regolazione emotiva
- Problem solving e pianificazione
- Vivacità
Poi non serve a nulla fissarsi sull’intelligenza, ma sul suo utilizzo. Tu genitore se lavorassi con me in Jeditors , impareresti a capire che tipo di intelligenza e che risorse ha tuo figlio da mettere in campo…non quello che fa il figlio del tuo collega, ma quello che potrebbe raggiungere tuo figlio.
Prima di salutarti, sei stato paziente ad arrivare fin qua, voglio elencarti le 5 caratteristiche fondamentali per vivere al meglio la scuola e l’apprendere.
5 punti che possiamo insieme sviluppare qualora siano fragili.
- la motivazione, un figlio/a deve sentirsi coinvolto, felice di essere parte della classe e del suo progetto.
- l’attenzione, variabile a seconda della fascia d’età. Hai notato se c’è consapevolezza e conoscenza relativa alla sua stessa attenzione e di conseguenza c’è capacità di concentrazione?
- l’autonomia, un bambino/a e un ragazzo/a possono stare dentro delle richieste normative della scuola, in qualsiasi ordine, se hanno sviluppato una certa autonomia di spazi, personale, emotiva che si vede anche nella capacità di gestirsi la borsa dello sport, la cartella, l’abbigliamento e il fare i compiti da soli
- avere acquisito le competenze minime degli anni precedenti, quindi per esempio se stiamo andando alla scuola dell’infanzia devo aver imparato a mangiare autonomamente. Se va alla primaria deve aver imparato a tenere una matita in mano.
- avere un adeguata coordinazione psicomotoria:devo sapermi muovere senza tirare tutto giù, con una certa agilità manuale, in grado di pianificare le mie azioni che poi dalle medie si traduce in una organizzazione temporale.
Come creatrice di Jeditors e Pedagogista Clinico® in aiuto alla persona, sono portata a guardare degli aspetti di sviluppo personale, di crescita.
Mio compito è spostare il genitore dalla fissa della performance e portarlo per mano all’attenzione verso lo sviluppo di vostro figlio/a, la crescita. Se stiamo solo sulla performance, egli non crescerà mai.
Parlare di requisiti, non è solo una questione di scelta del tipo di scuola, ma accompagnarlo ad acquisire quei requisiti personali che gli saranno di sostegno nel crescere come studente.
Credo che hai tanto su cui ragionare. Buon lavoro.
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