Tema scottante: il sonno nei piccoli e negli adolescenti
Il sonno è per tutti noi una medicina: se non dormiamo, il giorno dopo stiamo male, abbiamo mal di testa, abbiamo bisogno di recuperare e difficilmente ci concentreremo.
È una delle prime routine con cui le mamme e i babbi devono scontrarsi. Dalla nascita in poi regolare il sonno è una priorità.
Mamma Grazia: che fatica! Aveva scambiato il sonno con la notte….così per tanto tempo che avevamo perso la lucidità.
Babbo Giorgio: una notte credevo mi avrebbe portato a un gesto mostruoso, poi mi ha guardato e si è addormentata come un angelo.
Mamma Sara: vuole il libro, poi la storia inventata, poi l’acqua, poi l’altro libro…nel frattempo io crollo e sempre più spesso dormo lì.
Babbo Marco: ci vuole tutti con se nel letto per dormire, sta diventando un incubo mi sveglio sempre con più dolori
Alcune delle frasi dei genitori con figli piccoli, in cui forse ti ci sei rivista anche tu.
Sulla questione “dormire da soli/dormire nel lettone” si possono aprire infinite parentesi e elenchi puntati.
La base è: più al bambino entro i 2/3 anni viene data la possibilità di stare vicino alla madre quando lo richiede, più sarà capace, in seguito, di stare da solo.
Il punto è comprendere e accogliere il suo desiderio di dipendenza quando è piccolo, in modo da costruire un legame sicuro dal quale imparare a diventare autonomo negli anni successivi.
FONDAMENTALMENTE, I BAMBINI E LE BAMBINE ARRIVANO AL PUNTO DI ESSERE AUTONOMI E DORMIRE DA SOLI QUANDO SI SENTONO SICURI, QUANDO IL PAPÀ E LA LORO MAMMA HANNO FATTO UN LAVORO DI TRANQUILLITÀ E DI DISTACCO DA LORO.
Meglio sarebbe quindi partire subito col co-sleeping (dormire tutti nel lettone) e non arrivarci a 4/5 anni: rientrare nel lettone dopo che ho acquisito certe autonomie e indipendenze può generare un’esperienza di separazione faticosa.
Mi spiego.
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Un piccolo che ha una mamma e un babbo che lo accudiscono e lo nutrono emotivamente fino ad accompagnarlo ad uscire piano piano dal lettone è un comunicare chiaro e trasparente al figlio: ce la puoi fare!
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Un meno-piccolo che manifesta il bisogno di dormire con la mamma o col babbo racconta di come certi nuovi apprendimenti, impegni e frustrazioni della giornata generino ansia e preoccupazione.
Non possono dormire da soli finché non hanno dei prerequisiti, che è una tranquillità emotiva, una capacità di gestire le emozioni che, si sa, vengono fuori di notte.
Come dico alle coppie di genitori: addormentarsi è un brutto momento per tuo figlio che si deve separare da te, spengersi e chissà se ti ritroverà…e non ha voi a dargli l’esempio di come fare.
Quindi i cicli, le routine, i rituali ti sono alleati…insieme alla calma e alla continuità.
Un punto dolente è: MI SENTO IN COLPA….a togliergli questa abitudine anche se sento che è per lui/lei il momento.
SUGGERIMENTI
Sei sicura che nella giornata non hai alcun momento da poter costruire di intimità con tuo figlio/a tale da soddisfare il vostro coccolarvi?
La notte è l’armonia della coppia, è abbracciarti con il tuo partner.
Il sonno degli adolescenti
Sugli adolescenti e i ragazzi più grandi, il sonno è ancora più prezioso perchè la mattina vanno in un ambiente (la scuola) dove il loro cervello deve funzionare, deve essere performante subito, appena entrato in classe.
Non possono fare come noi adulti -che comunque sbagliamo- bevendo 2o 3 caffè. Loro devono arrivare lì e avere la lucina accesa, le emozioni regolate, il cervello carico. Per questo è importante che loro dormano un numero sufficiente di ore.
CHI DORME PIGLIA PESCI! SI POTREBBE DIRE.
Dormire per loro è un momento di ricarica a tutti i livelli:
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Il sonno è il miglior alleato di funzioni cognitive come l’attenzione, la memoria, il ragionamento
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Il sonno influenza il tono dell’umore, la sua scarsità rende irritabili e con reazioni emotive eccessive
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Il sonno rafforza il sistema immunitario, aiuta a regolare gli ormoni e consente il recupero di muscoli e tessuti
QUALI SONO LE MOTIVAZIONI PER CUI FATICANO?
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c’è una forte tendenza ad essere “nottambuli”, percepiscono la stanchezza in arrivo solo a tarda sera ed è legato a motivi biologici (avrebbero bisogno di dormire dalle 24 alle 9 ma non coincide con la scuola italiana)
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i ragazzi spesso sono dei veri e propri “manager”: compiti scolastici, sport, faccende domestiche, vita sociale sono cose che possono richiedere il loro tempo e la loro attenzione e il sonno diventa una incombenza.. e la tensione che deriva da tutte le cose suddette contribuisce ai problemi di sonno
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gli schermi e i dispositivi usati fino a tardi si sa che rallentano fortemente la produzione di melatonina
Creare una routine costante prima di andare a letto per aiutare il rilassamento e l’addormentamento vale quindi per tutte le età.
SUGGERIMENTI
Ai genitori dei grandi quindi suggerisco in un clima di relazione ( e non di inquisizione) di parlare con loro della qualità del loro sonno, spiegare quello che vi ho detto e insieme trovare una soluzione per portarli a dormire le 8 ore necessarie a ricaricarsi.
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Vania Rigoni